I metodi di esecuzione sono lo strangolamento, la decapitazione e la terribile morte nota come "la tortura del coltello" o Ling-chy, spesso descritta come "la morte per i mille tagli", e a volte, in modo più stravagante, come "il taglio in diecimila pezzi". In Cina se ne parla anche come l'"esecuzione lenta" o "per affettamento" e in genere è riservata ai casi di parricidio. Secondo i vari racconti dei viaggiatori, la tecnica adottata varia di zona in zona.
In alcuni casi, la morte può avvenire rapidamente, in altri può essere eccessivamente procrastinata, a seconda della fortuna della vittima o, come è più probabile, delle istruzioni segretamente date al boia. In un secchio, ricoperto con della stoffa o con altro materiale, si trovano un certo numero di coltelli. Ciascuno di essi porta il nome di una parte del corpo o di un arto. Il boia infila la mano sotto la stoffa, nel secchio, e ne tira fuori un coltello a caso. Poi procede a tagliare la parte del corpo o l'arto scritta sul coltello. È stato detto che i parenti del condannato corrompono il boia perché "trovi" il più velocemente possibile il coltello destinato a essere conficcato nel cuore.
C'è motivo di pensare che la tecnica appena descritta sia stata però ampiamente, se non del tutto, sostituita, con un metodo di esecuzione che non ammette l'interferenza del caso, in una delle più spaventose morti per tortura che si possano immaginare. Nessun secchio con i suoi molteplici coltelli contraddistinti da segni ne fa parte. Si adopera invece un unico strumento dalla lama affilata col quale si procede lentamente ad affettare, a tagliare, a fare a pezzi, ad amputare, passo dopo passo, secondo l'intera orrenda procedura prevista-
È questo il metodo descritto da Sir Henry Norman, che dice che il criminale viene fissato a una grossolana croce e che il boia "afferrando pezzi di carne morbida, come le cosce e i seni", li fa a fette. Poi vengono tagliate, una alla volta "le giunture e le escrescenze del corpo", a cui segue l'amputazione del naso, degli orecchi, delle dita dei piedi e delle mani. "Poi, pezzo a pezzo, si tagliano le membra, all'altezza dei polsi e delle caviglie, dei gomiti e dei ginocchi, delle spalle e delle anche. Alla fine, la vittima viene pugnalata al cuore e le viene tagliata la testa."
George Riley Scott, Storia della tortura,
Oscar storia Mondadori, Milano 1999, pp. 127-128
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